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30/03/2007  
Immobili e terreni  

Il Governo sta preparando un dietrofront sulle regole dell'ammortamento dei terreni su cui insistono fabbricati. Non si tratta di un ripensamento globale della disposizione (introdotta dal Dl 223/06 e modificata profondamente dal Dl 262/06), ma della soppressione dei suoi effetti retroattivi. Il nuovo sistema rende indeducibile la parte dell'ammortamento imputabile all'area, il cui costo viene determinato con regole analitiche o forfetarie a seconda delle modalità di acquisizione. Per i fabbricati già posseduti in passato (prima del 2006), è attualmente stabilito che gli ammortamenti dedotti in precedenza (in pratica,il fondo esistente nel bilancio 2005) vadano integralmente a ridurre il residuo ammortizzabile del fabbricato. La correzione proposta, invece, prevede anche per il fondo una ripartizione (nella stessa misura adottata per il costo storico) tra ammortamenti relativi ai terreni e ammortamenti riferibili ai fabbricati. Le intenzioni sono quelle di porre rimedio al più volte criticato effetto retroattivo della norma transitoria. Le implicazioni della novità (si vedano gli esempi riportati sopra) sono rilevanti: dato che gli ammortamenti precedentemente dedotti sono almeno in parte riferiti alle aree, il valore residuo dei fabbricati aumenta, e le imprese potranno beneficiare più a lungo del processo di deduzione del costo. La novità interesserà naturalmente anche il residuo deducibile dei canoni di leasing: le quote capitale dedotte fino al 2005 dovranno essere separate tra la parte riferita al fabbricato e quella riferita al terreno. Solo il primo dei due importi limiterà la deduzione della quota capitale dei canoni successivi. In taluni casi la nuova disposizione potrebbe mutare radicalmente anche l'impatto degli ammortamenti sulla dichiarazione dei redditi 2006 (come evidenziato nell'esempio 2). Infatti, nel caso difabbricati particolarmente "vecchi" (o di contratti di leasing che durano da molti anni),il nuovo calcolo potrebbe determinare un residuo di costo prima esaurito,con l'effetto di consentire deduzioni prima impossibili. Lasciano, però, perplessi due elementi: innanzi tutto, il tema della retroattività è stato posto in luce dopo l'entrata in vigore del Dl 262/06, ma ci sono voluti mesi per dare il via a un ripensamento. Inoltre, la strada è quella del disegno di legge: il rischio è che il provvedimento diventi definitivo in tempi lunghi. La norma, però, dispone l'entrata in vigore già dal periodo di imposta in corso al 4 luglio 2006, e quindi coinvolge i bilanci che le società stanno chiudendo in questi giorni e che verranno approvati in aprile. Con un decreto legge sarebbe, invece, possibile applicare immediatamente le nuove regole per bilanci e dichiarazioni dei redditi. di Primo Ceppellini e Roberto Lugano da Il sole 24 Ore
 
 
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